Esiste qualcosa che avreste voluto sapere durante l’infanzia, che vi avrebbe reso il processo di crescita meno traumatico?

Benventut* ad un nuovo articolo.

Oggi parliamo di educazione.

Grazie alla globalizzazione e all’ingente flusso di notizie che ci giungono ogni giorno dal Mondo, da un parte, possiamo facilmente venire a conoscenza dei metodi educativi e delle opportunità a disposizione, ad esempio, dei giovani in Cina, Perù o Birmania, dall’altra, le informazioni sulle marcate disuguaglianze che i giovani sperimentano nell’accesso all’educazione nei Paesi del Terzo Mondo ci fanno sperimentare sentimenti di rabbia ed indignazione.

Secondo un recente rapporto pubblicato sul sito Humanium “oggi l’educazione rimane un diritto inaccessibile per milioni
di bambini in tutto il mondo. Più di 72 milioni di bambini in età di istruzione primaria non vanno a scuola e 759 milioni di adulti
sono analfabeti e non hanno la consapevolezza necessaria per migliorare sia le loro condizioni di vita e quelle dei loro figli“.

Emarginazione, povertà, deficit finanziario dei Paesi in via di sviluppo, la maggiore probabilità di ammalarsi a causa della mancanza di norme igieniche e la grande disparità di genere sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a rendere l’accesso all’istruzione una vera sfida in alcuni Paesi.

Questo articolo non vuole però essere una disamina di fredde statistiche sui tassi di istruzione nei vari Paesi, ma vuole dare un taglio differente al tema.

La domanda alla quale vogliamo rispondere con questo articolo è: è possibile identificare un insieme di abilità, competenze e valori che non ci sono stati “insegnati” dalle nostre figure di riferimento durante la nostra crescita, ma che vorremmo che i nostri figli avessero?

Sovente, quando cresciamo, ci rendiamo conto di quanto sarebbe stato importante, per poter maturare, ad esempio, un autentico senso di consapevolezza personale, sapere che […], ma purtroppo constatiamo di quanto siano state poi le esperienze negative e traumatiche ad avercelo insegnato.

Spesso, però, le mancanza che percepiamo di avere avuto nel nostro percorso di crescita si trasformano in grandi lezioni e questo fa sì che, consapevolmente, ci impegniamo affinché i nostri figli non debbano fare le stesse nostre esperienze negative per apprendere. 

Mosso da grande curiosità, ho deciso di domandare a cinque mie conoscenze che cosa avrebbero voluto sapere nella loro infanzia che si è rivelato essere così importante da volerlo insegnare ai propri figli; il seguente rappresenta un piccolo elenco.

Sii gentile

“Avrei voluto sapere di più sull’importanza di essere gentili. La gentilezza può davvero aprire le porte a molte opportunità. Essere gentili verso le altre persone ma anche verso noi stessi. Di solito non sappiamo esattamente cosa stanno passando le persone, quindi l’unica arma che abbiamo per avere un impatto è la gentilezza. Essere gentili significa anche comprendere i problemi delle persone e non reagire aggressivamente alle critiche.”

I sentimenti e le emozioni non sono nemici

“Una volta maturi capiamo finalmente quanto sia fuorviante la nostra società nei confronti delle emozioni e i sentimenti. Ci sono alcuni concetti errati che ruotano intorno a tali concetti e il più delle volte siamo così poco istruiti su di essi che rischiamo di rimanere intrappolati. Riconoscere e saper dare un nome ai sentimenti che proviamo durante le nostre giornate può essere di aiuto ai nostri figli. È importante trasmettere il messaggio che non esistono emozioni sbagliate e che essere sensibili non è una debolezza, ma al contrario una ricca fonte di vita.”

L’amore è dalla parte opposta della paura

“L’accettazione della paura è la base per qualsiasi tipo di realizzazione; senza paura non c’è progresso. Circondati di persone che ti aiutano ad esprimere e a superare le tue paure piuttosto che persone alle quali senti di dover dimostrare che non hai paura di nulla: queste persone ti lasceranno con un senso di disorientamento e non potrai mai sviluppare e imparare ad amare te stesso a prescindere dalle paure che hai. Non esiste un essere umano senza paura, tenetelo in mente quando qualcuno cercherà di farvi sentirsi inferiore!”

II fallimenti sono ancora più importanti dei successi

“I fallimenti sono di solito visti come fumo negli occhi. Noi non vogliamo fallire perché pensiamo che il nostro valore sarà messo in discussione. Vogliamo evitare che le persone possano farci notare che non siamo abbastanza bravi. I fallimenti ci insegnano a rimanere umili, a trovare un’opportunità in ogni difficoltà e ad accettare che le cose possano cambiare improvvisamente a prescindere dalle nostre azioni. I fallimenti non sono destinati a farci rinunciare ai nostri sogni, ma sono, piuttosto, l’occasione per ripensare a chi siamo e a cosa vogliamo fare nella nostra vita. Quindi, festeggiamo non solo per i successi, ma anche per i fallimenti che ci forniscono il giusto tempo per riflettere.”

Non sprecare il tuo tempo e, se credi, cambia direzione

“Di solito l’educazione che ci danno i nostri genitori ci fa vivere con dei paraocchi. Noi continuiamo ad andare dritti verso una direzione, anche se nel frattempo ci stiamo rompendo in mille pezzi. È bene, invece, prendere in considerazione i segnali che la vita ci manda ogni giorno e cercare di modellare la nostra vita di conseguenza. Non c’è bisogno di essere testardi a tutti i costi: se sentiamo che quello che stiamo facendo non si addice più a noi, dobbiamo fare del nostro meglio per ambiare strada con un sorriso ed essere grati per aver avuto l’opportunità di realizzarlo! Cambiare direzione può far paura e ogni piccolo passo richiede cautela, ma la soddisfazione che ne consegue è impagabile”.

E voi, cari lettori, cosa avreste voluto sapere durante la vostra infanzia?

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