Una giornata di confronto europeo su inclusione, empowerment giovanile ed educazione non formale

Il 21 novembre Associazione Joint ha avuto il piacere di ospitare, presso Officina Badoni, la conferenza internazionale “Mobilità Erasmus+ ed Educazione non formale per l’inclusione e l’empowerment dei giovani”. Un evento intenso e partecipato, che ha riunito associazioni, educatorз, giovani e decisorз politici provenienti da diversi Paesi europei, con l’obiettivo di esplorare come Erasmus+ e l’Educazione non formale possano diventare strumenti sempre più accessibili e trasformativi.

La giornata, interamente in inglese, è stata caratterizzata da un ricco scambio di prospettive, buone pratiche e idee concrete per rendere le mobilità internazionali più inclusive, soprattutto per giovani che vivono situazioni di vulnerabilità.

Durante il momento di networking abbiamo approfondito due temi centrali:

  • L’integrazione del Programma Erasmus+ nei percorsi di empowerment locale, in particolare come opportunità capace di ridurre barriere sociali, economiche e culturali.

  • L’importanza dell’Educazione non formale dentro e fuori la scuola, partendo da una proposta sviluppata direttamente da un gruppo di giovani coinvolti in percorsi Erasmus+ e attivi nel territorio.

La conferenza è stata anche un’occasione preziosa per creare nuove connessioni, rafforzare collaborazioni già esistenti e far emergere proposte concrete da portare avanti come comunità educativa e giovanile europea.

La Petizione: portare l’Educazione non formale nelle scuole italiane

Durante la conferenza è stata presentata la petizione per l’introduzione strutturata dell’Educazione non formale nel sistema scolastico italiano, elaborata da un gruppo di 10 giovani partecipanti al progetto Young European Ambassadors e frutto di mesi di lavoro, incontri, riflessioni e attività di ricerca.

Perché l’Educazione non formale è fondamentale?

La petizione mette in evidenza come l’Educazione non formale:

  • promuova partecipazione attiva, collaborazione, creatività e comunicazione;
  • supporti lo sviluppo di soft skills, sempre più richieste nella vita adulta e nel mondo del lavoro;
  • integri, senza sostituire, la didattica tradizionale, rendendo la scuola più coinvolgente e inclusiva;
  • favorisca l’inclusione di studenti con bisogni e stili di apprendimento diversi;
  • risponda ai dati che mostrano come in Italia la partecipazione a percorsi non formali sia ben al di sotto della media europea, confermando la necessità di un intervento strutturale.

La proposta: standard minimi per tutte le scuole

La petizione chiede agli organi competenti di introdurre alcune misure concrete tra cui:

  • almeno 4 moduli annuali di attività di Educazione non formale, integrati nel Piano dell’Offerta Formativa;
  • la creazione di gruppi consultivi di studenti per proporre temi attuali e di interesse reale;
  • un momento comunitario annuale per rafforzare la coesione scolastica;
  • un focus sullo sviluppo di competenze trasversali (comunicazione, leadership non autoritaria, problem solving, empatia);
  • percorsi strutturati di monitoraggio, condivisione e riconoscimento delle competenze acquisite.

L’obiettivo è chiaro: rendere l’Educazione non formale una componente riconosciuta, stabile e valorizzata del sistema educativo italiano.

Giovani protagonisti del cambiamento

Uno degli elementi più significativi della petizione è che nasce direttamente da un gruppo di giovani con esperienza nei programmi Erasmus+, che hanno analizzato il contesto, sviluppato proposte e deciso di trasformare il loro impegno in un’azione politica concreta.
È un esempio potente di come la mobilità internazionale e l’apprendimento non formale possano generare consapevolezza, partecipazione e cittadinanza attiva.

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