Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+)

Grazie all’iniziativa Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+) agli Stati europei viene data maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi strutturali.

CRII+

Le istituzioni europee hanno deciso di compiere ulteriori passi, ritenendo insufficienti i 37 miliardi di euro stanziati per la revisione del Regolamento dei Fondi strutturali e l’ampliamento del perimetro di azione del Fondo di solidarietà.

Dopo il programma Coronavirus Response Investment Initiative, ecco la Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+).

Il nuovo pacchetto integra le iniziative precedenti introducendo una flessibilità straordinaria, che consentirà di mobilitare il più possibile tutti i fondi strutturati e gli investimenti europei non utilizzati.

La menzionata flessibilità straordinaria sarà il risultato della possibilità:

  • di effettuare trasferimenti tra i tre Fondi della Politica di Coesione e tra i fondi tra diverse categorie di aree;
  • di beneficiare di un tasso di cofinanziamento dell’UE per l’esercizio finanziario 2020-2021 del 100%.

Pertanto, il pacchetto includerà:

  • aiuti concreti ai più poveri – grazie alle modifiche alle regole del FEAD, sarà possibile: distribuire aiuti alimentari; fornire assistenza materiale di base e dispositivi di protezione per ridurre i rischi di contaminazione; queste misure potrebbero essere interamente finanziate nell’anno fiscale 2020-2021;
  • maggiore flessibilità nella riallocazione delle risorse finanziarie all’interno del piano aziendale di ciascuno Stato membro e semplificazione delle procedure di modifica dei piani aziendali in relazione all’introduzione di nuove misure; inoltre, le modifiche al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) prevederanno un sostegno per la cessazione temporanea delle attività di pesca, la sospensione della produzione e per i costi aggiuntivi per gli agricoltori di acquacoltura.

Grazie a CRII+, gli Stati membri potranno aggirare il limite massimo di trasferimento del 3% dei fondi assegnati alle regioni previsto dal regolamento UE. Gli effetti della pandemia, infatti, non rispettano la categorizzazione prevista dalla politica di coesione tra regioni più o meno sviluppate, pertanto, al momento, non c’è motivo per cui la restrizione debba essere in vigore.

La Coronavirus Response Investment Initiative ha fornito all’Italia oltre 11 miliardi di euro di finanziamenti da parte delle istituzioni europee per far fronte all’emergenza coronavirus.

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