YOUCAN | KA2 | Primo TPM a Torino

Dal 7 all’8 aprile il consorzio del progetto  YOUCAN si è riunito a Torino (Italia) per il primo Transnational Partner Meeting (TPM).

Il consorzio del progetto YOUCAN è formato dai seguenti partner:

  • Associazione di promozione sociale Joint (Italia)
  • AMECE (Italia)
  • 2nd Vocational School of Katerini (Grecia)
  • AidLean (Portogallo)
  • Ecepaa (Belgio)
  • Camera di Commercio di Caceres (Spagna)

YOUCAN (Youth with migrant drop-out tackling: capacity building) è un progetto KA2 Erasmus co-finanziato dall’Unione Europea, e il suo obiettivo è quello di contribuire a innescare la modernizzazione e a rafforzare la risposta dei sistemi di istruzione, formazione e politiche giovanili alle principali sfide dovute alla dispersione scolastica dei giovani migranti e l’esclusione sociale, costruendo la capacità del consorzio di lavorare a livello transnazionale e con un approccio intersettoriale.

Per raggiungere questo obiettivo, introduce alcuni aspetti innovativi come:

  • l’obiettivo di far sì che il consorzio partecipi a bandi per finanziamenti diversi da quelli europei;
  • la diversità rappresentata dalle organizzazioni/entità partecipanti, che provengono e agiscono in diversi campi come la gioventù, l’economia, le politiche, i migranti.

Primo Transnational Partner Meeting in Italia

Il primo TPM è avvenuto a Torino (Italia). L’associazione incaricata dell’organizzazione e della gestione dell’evento è stata AMECE.
Il primo giorno di lavoro, i partecipanti hanno avuto un incontro con il Segretario delle Politiche Giovanili del Comune di Torino, Fausto Sorino. Sorino nel suo lavoro quotidiano si occupa di periferie e progetti di rigenerazione urbana, “città educativa” di Torino, edilizia scolastica, asili nido, scuole dell’infanzia, servizi e opportunità per bambini e adolescenti, orientamento scolastico e universitario, centri territoriali permanenti, istituti scolastici comunali, politiche giovanili.


Il segretario del dipartimento delle politiche giovanili ha spiegato come i servizi di assistenza sociale forniti ai giovani migranti e alle famiglie migranti si dividano in due parti:

  1. Servizi formali sanitari | servizi che l’ufficio fornisce direttamente alle persone, senza altri intermediari;
  2. Welfare di prossimità | Educazione e Politiche Giovanili

Quello che viene chiamato “welfare di prossimità” avviene con l’intervento di associazioni e organizzazioni della città che fungono da intermediari tra il comune di Torino e i beneficiari.
Si lavora su diversi livelli:

  • “Case di quartiere: spazi pubblici specifici di ogni quartiere dove le persone possono andare liberamente a chiedere aiuto. Ci sono 9 case di quartiere a Torino.
  • Centri giovanili (17 in totale);
  • Moschee (20 in totale);
  • Associazioni locali.

Il Segretario ha anche presentato il progetto “Torino Plurale“, una rete di associazioni finanziate dal Comune di Torino, che fornisce alle famiglie immigrate cibo, aiuto nel pagamento e nella gestione delle tasse/bollette, aiuto per la scuola, materiale scolastico, ecc.

Centro Provinciale per l’Educazione degli Adulti | CPIA 3

La seconda parte della giornata è stata dedicata alla visita al CPIA 3 (“Centro Provinciale Insegnamento Adulti”), un centro di classi per minori stranieri non accompagnati, con sede nel quartiere di Mirafiori.
Questo centro è nato originariamente per gli adulti che frequentano la scuola nel 1968, quando fu costruita la nuova fabbrica di automobili FIAT.
Il CPIA ha attualmente 7 scuole a Torino. Nel CPIA3 realizzano anche progetti Erasmus Plus per la mobilità del personale scolastico (Azione chiave 1).
I partecipanti del TPM YOUCAN hanno preso parte a una delle lezioni pomeridiane, insieme a studenti provenienti da Bangladesh, Tunisia e Albania.


Un insegnante ha spiegato come la scuola abbia ora due importanti e inclusivi progetti in corso:

  • Provaci ancora, Sam!“| partecipato e fondato dal Comune di Torino, dalla Fondazione San Paolo e da associazioni locali scelte per la loro rilevanza sul territorio | Il progetto ha lo scopo generale di sperimentare nuovi modelli di insegnamento, con l’obiettivo di garantire l’acquisizione di competenze essenziali relative al primo ciclo di istruzione, e verso l’inserimento degli alunni nei gruppi scolastici, favorendo l’integrazione. Per fare ciò, questo progetto utilizza una rete di associazioni locali, oratori e parrocchie, sfruttando il loro potenziale sociale ed educativo. Si sforzano di incoraggiare il processo di apprendimento, di dare ai giovani migranti uno spazio per essere ascoltati e per esprimersi. Il progetto offre loro spazi per rafforzare la loro autostima, e trovare sostegno, anche per combattere il fenomeno dell’abbandono scolastico.
  • Inclusione Minori | attraverso il quale animatori ed educatori aiutano gli insegnanti soprattutto nella mediazione linguistica, visto che molti giovani migranti arrivano in Italia senza conoscere nemmeno l’inglese.

La classe è stata formata da soli studenti maschi, in quanto gli ultimi flussi migratori verso l’Italia sono stati interessati fondamentalmente da uomini e ragazzi. Come tale, non ci sono molte ragazze che frequentano queste classi, ma alcune arriveranno nelle prossime settimane, come hanno detto gli insegnanti.

Gli studenti vivono in due diverse comunità di accoglienza e sono tutti minori non accompagnati, che hanno lasciato il loro paese d’origine e, con mezzi diversi, hanno raggiunto l’Italia. Anche se gli è stato chiesto se volessero raccontare la loro storia, solo uno studente si è alzato per farlo, e ha descritto brevemente come abbia attraversato la Libia e l’isola di Lampedusa, prima di raggiungere Torino. Pochi di loro sono arrivati in aereo, altri attraverso i Balcani.

La maggior parte di loro ha mostrato soddisfazione per il loro stato attuale, e per il fatto di essere ospitati in Italia.

L’insegnante ha inoltre spiegato un altro progetto, chiamato “Pagella in tasca“, che la preside ha portato avanti insieme al Ministero degli Affari Esteri e al Primo Ministro nigeriano. Grazie a quel progetto due ragazze nigeriane sono venute a studiare in Italia. È interessante sottolineare che questo progetto è unico e senza precedenti in Europa. Queste studentesse sono accolte dalle famiglie locali durante il loro soggiorno.

L’evento finale è stato presentato da Rocco De Paulis, un insegnante del CPIA 3, che ha spiegato quali sono le attività della scuola, come i laboratori, attività che vanno oltre e sono complementari all’insegnamento delle materie tradizionali.

Rocco De Paulis ha parlato ai partecipanti del progetto “Provaci ancora, Sam!”, anche se già menzionato in precedenza. Questo progetto è realizzato combinando le sinergie di insegnanti ed educatori, che lavorano insieme agli studenti migranti.

Gli studenti migranti mostrano di avere competenze trasversali che hanno acquisito grazie alle loro esperienze di vita, e gli educatori/insegnanti li incoraggiano a sviluppare e utilizzare queste soft-skills durante i laboratori, mentre le competenze linguistiche sono principalmente importanti quando si frequentano le classi tradizionali.

L’analisi di Rocco De Paulis è andata ancora più a fondo sul modo in cui questi studenti migranti affrontano la scuola: molti di loro non sono mai andati a scuola, alcuni di loro sono arrivati analfabeti, senza saper scrivere nemmeno nella propria lingua madre. Questo background ha dato loro il senso di colpa di non essere abbastanza bravi per imparare, finendo così per incolparsi quando vengono bocciati. È quindi importante che gli educatori e gli insegnanti che lavorano con questi studenti ricevano una formazione specifica e pertinente.

Biblioteca “Primo Levi” e incontro con i partner

Il secondo giorno del TPM, i partner di YOUCAN hanno trascorso la mattinata dando uno sguardo più dettagliato al progetto KA2 stesso, alle sue attività, obiettivi, premesse e risultati, oltre all’International Partners Agreement (IPA).

Hanno poi discusso la possibilità di candidarsi a 3 bandi diversi da quelli europei, identificando quali potrebbero essere potenzialmente adatti al consorzio. Inoltre, hanno organizzato gli eventi O2O (“Organisation to Organisation”) che si svolgeranno in futuro come parte delle attività del progetto, e che consistono in una forma di “job shadowing” in cui i membri dello staff andranno per una settimana in un’altra organizzazione partner per imparare dal loro lavoro quotidiano.

La strategia di comunicazione e diffusione è stata presentata da Associazione Joint, e si è discusso sulla possibilità di raggiungere il gruppo target – anche se indiretto – degli studenti immigrati adattando e ampliando la diffusione su più piattaforme, come SYRIUS, eTwinning e Education Gateway.

Nel pomeriggio, i partecipanti hanno preso parte ad una visita alla Biblioteca “Primo Levi”, dove l’associazione ospitante AMECE tiene attività di doposcuola per bambini e adolescenti di origine straniera.

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